Il ruolo della placenta nei sintomi della gravidanza

Nella donna, un volta che l’ovocita viene fecondato, si avvia una gravidanza. L’embrione dunque deve svilupparsi e lo fa nelle 40 settimane di gestazione e anche questa azione richiede un supporto endocrino, nel quale un contributo fondamentale è dato della placenta.

La placenta non comincia a svilupparsi e non è subito operativa immediatamente dopo la fecondazione. Occorrono circa 3 mesi perché questa sia operativa, dove per operativa si intende che deve aver acquisito determinate caratteristiche e soprattutto essere in grado di liberare in maniera autonoma gli estrogeni e progestinici che servono a portare avanti la gravidanza e a mantenere lo sviluppo fetale.

La placenta ha una organizzazione che in un certo senso richiama due stazioni importanti del sistema endocrino: ipotalamo e ipofisi e ricordiamo che non ha alcun ruolo nella definizione dei sintomi della gravidanza.

Questo perché in realtà sono presenti due popolazioni cellulari che ricordano molto nella loro azione da una parte quello che è il ruolo dell’ipotalamo e dall’altra quello che è il ruolo dell’ipofisi:

  • Trofoblasti fetali
  • Citotrofoblasti: ruolo simile all’ipotalamo.
  • Sinciziotrofoblasti: ruolo simile all’ipofisi.

 

Richiamano proprio questa porzione del nostro asse verticistico ipotalamo-ipofisario che abbiamo visto caratterizzare tutto il sistema endocrino.

La placenta dunque non è subito pronta e operativa, mentre l’embrione invece ha bisogno di poter contare su fattori nutrizionali e su un ambiente che possa consentire sviluppo dell’embrione stesso.

Ciò che vicaria l’azione della placenta in attesa che questa sia resa operativa è il corpo luteo.

Il corpo luteo, lo avevamo visto nel ciclo mestruale, si trasforma in corpus albicans  quando non è avvenuta una fecondazione, mentre invece permane quando la fecondazione è avvenuta. Il corpo luteo ha proprio questo compito, viene conservato per tutta la durata della gravidanza per garantire questo periodo in cui la placenta deve svilupparsi. Il corpo luteo mettendo a disposizione il progesterone e gli estrogeni non fa altro che creare un ambiente favorevole per la progressione dello sviluppo embrionale.

Come fa il corpo luteo a mantenersi e non andare incontro a lisi? È possibile poiché ad avvenu8ta fecondazione viene liberato un ormone, la gonadotropina corionica (HCG). Questa è caratteristica perché viene liberata anche dopo 7-8 giorni da avvenuta fecondazione e viene rilasciata in quantità molto elevata immediatamente. È questa la ragione per la quale proprio la presenza così elevata di questa sostanza, che arriva ad essere escreta con le urine in quantità così ingente, è utilizzata per i test di gravidanza.

La gonadotropina corionica liberata ha come obiettivo quello di conservare il corpo luteo e garantire così  la presenza di progesterone ed estrogeni.

Questo ormone raggiunge quindi un picco, come vediamo nel grafico, e poi comincia a diminuire man mano che la placenta comincia a maturare. C’è uno scambio da questo punto di vista. In figura, questa curva che rappresenta l’andamento in crescita degli estrogeni e dei progestinici è esattamente ribaltata: quando la placenta comincia a produrre  in maniera autonoma estrogeni e progestinici, la gonadotropina corionica va progressivamente diminuendo.

La gonadotropina corionica ha anche un’altra azione, diretta al feto, in particolare nel caso di embrione maschile, dove promuove il rilascio a livello del testicolo del testosterone.

Inoltre a livello surrenalico è il fattore che promuove la sintesi degli androgeni.